La crociata per il Tar di Catania “Tutti contro la chiusura”

All’appello di Bianco hanno risposto quasi tutti: in aula a Palazzo degli elefanti a Catania c’era gran parte della deputazione della Sicilia orientale per la riunione convocata a difesa del Tar di Catania, che rischia di essere chiuso da un provvedimento del governo Renzi dal prossimo primo ottobre.

Non solo la politica di ogni colore, ma anche i magistrati che dietro questo provvedimento leggono un disegno più ampio e contorto di riforma della giustizia. Preoccupazioni espresse a chiare lettere in Municipio dal magistrato del Tar Catania, Gabriella Guzzardi. “E’ talmente abnorme la giustificazione di un provvedimento contenuto in decreto legge che riguarda il risparmio di spesa, che bisogna trovare una logica. Non possiamo pensare che i nostri governanti siano schizofrenici, qualcosa in mente c’è”.

“Dopo avere soppresso le commissioni di controllo proprio nella prospettiva che il tribunale costituisse il giusto controllo di legalità per evitare doppioni, tagliare le gambe al controllo giurisdizionale genera qualche perplessità sulle finalità del provvedimento stesso, anche perché l’abolizione di sedi di tribunali ordinari non ha dato risultati positivi. Se poi vogliamo parlare di costi vivi, al di là delle spese per il trasferimento di una macchina amministrativa simile, sicuramente si determinerebbe un rallentamento e un disservizio che farebbero aumentare i costi collegati all’applicazione della legge Pinto (che disciplina la durata ragionevole del processo ed equa riparazione, ndr) che attualmente costituisce una grossa fetta del bilancio negativo dello Stato. Credo che il governo nazionale sia stato messo nelle condizioni di conoscere i fatti, il provvedimento è certamente carente sul piano istruttorio, un’adeguata analisi avrebbe dovuto determinare un ripensamento a monte, nessuno fino ad oggi ha spiegato come e quanto si risparmia chiudendo le sezioni distaccate”.

E allora il sindaco Bianco ha radunato le forze per combattere a tutti i livelli quella che lui stesso ha definito “una guerra santa”. Durante l’incontro è stato firmato un documento contro la chiusura che verrà inviato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, ai ministri interessati e a tutti i capigruppo delle Camere. A sottoscriverlo sono stati tutti i primi cittadini dei capoluoghi della Sicilia orientale, presente all’incontro, tra gli altri, il sindaco di Messina Renato Accorinti che indossava una delle sue immancabili t-shirt di rappresentanza con la scritta “Free Tibet”.

“Il fatto che all’incontro fossero presenti i rappresentanti di tutte le forze politiche, i consumatori, le forze sociali e produttive e gli operatori della Giustizia, i quali, ciascuno con le proprie ragioni, sono stati compatti nel chiedere di mantenere il Tar a Catania, significa che la strada percorsa è quella giusta e che abbiamo una grande forza – sottolinea il sindaco Bianco – Spero solo che la norma riguardante i Tar non sia inserita in un decreto legge così avremo più tempo. In ogni caso siamo pronti alla massima mobilitazione anche andando a Roma. Le ragioni sono tutte dalla nostra parte. Persino il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, è contro la chiusura del Tribunale amministrativo di Catania, perché comprende l’enorme carico di lavoro che graverebbe sul Tar della sua città”.

I numeri sono emblematici e dicono che quello di Catania è il terzo Tar d’Italia, dopo Roma e Napoli, un’evidente anomalia visto che si tratta di una sezione distaccata. Serve più della metà della Sicilia – 5 provincie su 9 (Catania, Messina, Ragusa, Siracusa e Enna) – con 3 milioni di potenziali cittadini, un territorio dove ricadono 3 Distretti di Corte d’Appello (Catania, Messina, Caltanissetta). Nel 2013 vi sono stati presentati 3.334 ricorsi. In atto vi sono circa 55 mila ricorsi pendenti, un numero che da solo rappresenta i carichi pendenti di Piemonte e Veneto insieme. Ed è anche sul trasferimento coatto dell’intera struttura che s’interrogano oggi gli stessi magistrati etnei.

“Si parla di spending review ma non si tiene conto dei costi vivi che comporterebbe lo spostamento fisico del tribunale – spiega il segretario generale del Tar Catania, Maria Letizia Pittari – basti pensare che solo nell’archivio ordinario sono conservati 60 mila fascicoli in due strutture che insieme si sviluppano su una superficie di circa 1.000 metri quadrati. Il resto, ovvero l’archivio di deposito, si trova in un edificio di cinque piani che si estende per circa 200 metri lineari alla zona industriale di Catania”. I senatori del gruppo Gal con alcuni ex grillini hanno presentato una interrogazione urgente al ministro della Giustizia. L’iniziativa, insomma, è quanto mai tempestiva visto che ancora non è stato definito se la norma sarà contenuta in un decreto o in un disegno di legge”.

Articolo pubblicato su www.lasiciliaweb.it